Page 28 - IL VASO DI PANDORA XXIV n. 1 2016
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Culture e società malsane producono organizzazioni malsane L‟ideologia prevalente dell‟impresa è cambiata, in particolare per quel che riguarda la relazione tra lavoro e profitto. L‟obiettivo primario di tutte le organizzazioni è diventato quello della massimizzazione a breve termine dei profitti, che le imprese no-profit e i servizi pubblici hanno ritradotto in minimizzazione a breve termine dei costi. Questo processo ha spostato la prospettiva collettiva in un orizzonte temporale di breve periodo e in una politica di corto respiro, facendola regredire a una visione sostanzialmente speculativa, che comporta la rinuncia a pensare il capitale sociale in termini allargati, come tradizione sociale locale e sentimento collettivo di appartenenza, oltre che come un patrimonio, un bene comune e un legato per le generazioni a venire. La ragione di questa trasformazione è da ricercare nella valorizzazione unilaterale della funzione del profitto, a scapito della considerazione del ruolo del lavoro e del valore della persona (Foresti, 2013). 30 Il rapporto che il “Padrone” intrattiene con le cose e le persone (e in 4 fondo anche con le regole e con l‟etica) è una relazione di mero consumo. Oggi persone, funzioni, valori e prodotti/servizi aziendali entrano subito in un regime di disponibilità “usa-e-getta”, come le offerte volatili della moda o dell‟elettronica o i libri che spariscono subito dal catalogo. Così nel settore del welfare sono ormai spettacolo quotidiano i contratti professionali non rinnovati, i servizi ospedalieri soppressi perché diseconomici, gli accordi cambiati subito dopo essere stati negoziati, i farmaci non più prodotti perché poco redditizi, gli operatori sanitari trasferiti come puri numeri di organico da un luogo all‟altro o assegnati a mansioni molto distanti da quelle di provenienza ecc. Nel suo lucidissimo saggio intitolato Consumati (nell‟originale: Con$umed), lo studioso statunitense Benjamin R. Barber si pone la 4 Hegelianamente das Herrshaft, “la signoria”, un termine per nulla obsoleto, anche in tempi di mercato globale.
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