Page 31 - IL VASO DI PANDORA XXIV n. 1 2016
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così alti, allora nel modello di sviluppo ci dev‟essere qualcosa di sbagliato o, appunto, di intrinsecamente malsano. È abbastanza scontato che non abbiamo soluzioni da proporre, se non nei termini di raccomandare una consapevolezza e una vigilanza sostenibili intorno alla natura e all‟importanza del problema. La psicoanalisi ci ha dimostrato che la mente umana, quella individuale come quella collettiva, tiene lontane le evidenze penose con ogni sorta di strategia difensiva, negandole, dimenticandole, minimizzando la loro importanza o cercando spiegazioni di comodo. Rinunciare a questi atteggiamenti confortevoli ma in definitiva alquanto rischiosi può essere già un primo passo. Un altro passo – che vedrebbe alleate la psicologia dinamica e la medicina sociale – potrebbe essere lo sforzo di affrancare la cultura corrente, almeno quella della salute, dal dominio dell‟“egolatria”, dal trionfo del sé, isolato e grandioso, sulle rovine del legame sociale, inventando – come scrive Richard Sennett nel saggio intitolato: Insieme. Rituali, piaceri, politiche della collaborazione – nuove forme di solidarietà interindividuale e soluzioni creative in grado di 33 accrescere la collaborazione sociale (Sennett, 2012). Tra queste soluzioni vogliamo ricordare alcune linee di formazione, consulenza e intervento che sono scaturite negli ultimi decenni dall‟impegno della psicoanalisi nello studio del disagio della civiltà contemporanea e dalle ricerche del Tavistock nell‟area delle dinamiche dei gruppi e delle organizzazioni: ci riferiamo a quelle esperienze note come Group Relations Conference, Social Dreaming, Listening Post, Gruppi Balint, che hanno mostrato nel tempo una rilevante efficacia clinica e sociale.
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