Page 24 - IL VASO DI PANDORA XXIV n. 1 2016
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capaci di prevenirla o comunque di contenerla entro limiti tollerabili (Perini, 2013). Altre emozioni che nei luoghi di lavoro si rivelano particolarmente venefiche sono l‟invidia, la rivalità, l‟avidità, la grandiosità narcisistica, e quel mix emozionale di risentimento, paura e intransigenza che alimenta il biasimo e la colpevolizzazione. Rinuncerò per esigenze di brevità ad approfondire le singole emozioni, limitandoci a sottolineare uno specifico processo culturale che tende a potenziarne la tossicità: il loro travestimento, che le trasforma in “virtù” e qualità organizzative positive, e che occultandone o minimizzandone gli aspetti distruttivi li sottrae alla vista ed al controllo. Allora l‟invidia diventa normale emulazione, la rivalità una sana competizione, l‟avidità una legittima ambizione (“Greed is good” sentenziava Gordon Gekko nel film Wall Street), mentre la dismisura narcisistica nasconde dietro apparenze eroiche la sua tragica vulnerabilità e la “cultura del biasimo” ammanta di serietà e rigore etico la sua sadica predilezione per alcuni tra gli sport più diffusi nelle 26 organizzazioni: la caccia alle streghe e la ricerca del capro espiatorio. Come per l‟ansia, anche in questo caso consapevolezza e disponibilità a confrontarsi con il problema sembrano le sole armi efficaci per depotenziarlo e contribuire a gestirlo. 2. I conflitti e i dilemmi organizzativi Anche conflitti e dilemmi sono eventi “normali” che fanno parte integrante della fisiologia del lavoro e della vita organizzativa, al punto che in un gruppo o in un‟organizzazione che ne apparissero esenti si dovrebbe sospettare la presenza di qualche seria “patologia”. Tuttavia si tratta pur sempre di eventi e processi critici, che possono degenerare e diventare altamente tossici se lasciati a se stessi o gestiti con improvvisazione e superficialità.