Page 22 - IL VASO DI PANDORA XXIV n. 1 2016
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Come rileva anche Braidi nel suo libro, significativamente intitolato Il corpo curante (Braidi, 2001), la speciale vulnerabilità all‟ansia e allo stress mostrata dagli operatori delle professioni di cura (e in generale d‟aiuto) riflette una condizione complessa in cui non è solo il corpo dei curanti ma anche il “corpo dell‟organizzazione”, cioè del sistema curante, ad apparire esposto ad agenti patogeni, che possono provenire dall‟ambiente esterno, come una sorta d‟infezione, oppure da quello interno come delle patologie involutive o da auto-intossicazione. Da un‟altra prospettiva possiamo osservare come l‟organizzazione diventi un luogo particolarmente malsano quando mette i suoi membri in una condizione di conflitto senza via d‟uscita tra la nocività del farne parte e il rischio di venirne estromessi. Il caso dell‟ILVA di Taranto, centrato sul drammatico dilemma se sia “meglio morire di fame o morire di tumore”, mostra come la patologia del luogo di lavoro possa acquisire quasi i tratti di una malattia autoimmune, allorché siano le stesse difese organizzative (in questo caso la comprensibile lotta contro lo spettro della chiusura, della distruzione di ricchezza e di posti di lavoro) a 24 rivelarsi lesive per l‟organizzazione stessa e per le persone che ne fanno parte. Non è il caso di considerare qui le molteplici forme di malessere che si possono ritrovare nei diversi contesti lavorativi. Basterà dire che stress, burnout, mobbing, incidenti e patologie varie, pur manifestandosi nella dimensione dell‟individuo (che ha certamente la sua parte di responsabilità), vanno peraltro attribuiti in misura prevalente alle componenti malsane dell‟organizzazione e della società più ampia a cui questa organizzazione appartiene e di cui è espressione. Ma se l‟organizzazione come tale può diventare agente di sofferenza o incubatrice di malattia, allora è necessario studiarla anche sul piano clinico, o per meglio dire, utilizzando teorie e strumenti di tipo interdisciplinare che sappiano integrare il punto di vista sociologico ed economico-aziendale con la clinica del lavoro e la psicologia sociale . 3 3 Uno dei modelli integrativi più efficaci sotto questo profilo è quello sistemico-psicodinamico noto come “Metodo Tavistock” (Perini, 2007).