Page 65 - Il vaso di Pandora XXII n.2 2014
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volta animata da una componente seduttiva, che può acuire il senso 69
profondo di solitudine.

Radicalità del contatto/creatività liberante

L’attitudine al “sentire’’, la libertà di movimento emotivo e di risonanza
fantastica, il riuscire a mettere in parole cooperano a realizzare
un’esperienza di contatto emotivo. Non è sicuro però che tutto questo,
per quanto senza dubbio prezioso, sia necessariamente e sempre
sottratto all’esito di una larvata convenzionalità analitica, di una
plausibilità raffinata ma vagamente opaca, con un insinuarsi inatteso
del “come se’’. Un “come se” sorprendente, questa volta sul versante
dell’analista, proprio in un approccio che si propone antagonistico al
“come se’’. Aggirare i problemi alla ricerca di soluzioni apparentemente
plausibili e più comode sia per l’analista che per il paziente è una
possibilità spesso attraente per entrambi. I modi (sofisticati) per
eludere sono molti ma alcuni sono più a portata di mano. Un
apparente approfondire che si presenta come rigoroso ma che taglia
fuori, mutila il senso, e il ricorso a forme di finta creatività, talvolta
maniacaleggianti, di cui l’analista può compiacersi ma che poco hanno
a che fare col paziente che è lì. Amore per la verità (e forse, più ancora,
amore tout court) e un buono e onesto spirito di trasgressione verso
adagiamenti conformistici di ogni colore psicoanalitico aiutano,
accompagnano. Contando sulla propria autenticità, ma sapendo che
essa può essere soltanto parziale e che la cosa peggiore sarebbe la
pretesa che fosse il paziente a “risolvere’’ gli aspetti inautentici
dell’analista.
Profondità e ampiezza, dunque, come geometrie variabili in cui si
cimenta l’autenticità dell’analista – o meglio il binomio tra autenticità e
creatività – la sua disponibilità all’elaborazione interiore, la rinuncia al
funzionamento evacuativo. E i diversi modelli, pur nella loro pluralità
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