Page 54 - IL VASO DI PANDORA XXIV n. 1 2016
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direzione giusta» (p. 217). E sono tutte esperienze importanti, ciascuna con una storia e molto da insegnare (altre inevitabilmente mancano, come Ferrara, e non avrebbe guastato un capitolo sulla realtà in genere meno studiata del movimento nel sud e la figura di Sergio Piro). Esse presentano elementi comuni (abolire la contenzione e le pratiche violente di cura, svuotare in qualche modo il manicomio, organizzare in qualche modo l‟assistenza fuori), ma hanno anche ciascuna un suo specifico rapporto, o anche una sua dialettica interna, su alcuni punti cruciali; tra gli altri, se assumere a bersaglio prioritario della contestazione il manicomio, o le strutture in generale del sapere psichiatrico, o il costrutto stesso della malattia mentale. O ancora se fosse possibile, dopo Gorizia, passare al fianco il manicomio come un rottame del passato, partendo dal territorio, o fosse indispensabile riattraversarlo ogni volta e partire comunque di lì. Ho detto dell‟emozione che, fin dalle prime pagine, il testo mi ha suscitato, riproponendo una storia sulla quale non si riflette mai abbastanza per le implicazione con la pratica di oggi, problemi che ogni 59 volta si crede di poter dare per risolti e ogni volta si ripresentano in altra forma e dislocati altrove. Questo testo fa venire voglia di ritornare, per i rimandi alle fonti sapientemente proposti, a tanti che magari hanno preso un po‟ di polvere nelle nostre librerie, L’istituzione negata per primo. Spontaneo viene il confronto con i capitoli quattro e cinque del libro di Babini, a proposito del quale emergono ovviamente molte affinità (Babini è molto citata), ma anche qualche differenza quantomeno d‟accento. La vicenda basagliana ha una dimensione internazionale e un‟autoctona. Entrambe furono presenti, e sono presenti ai due autori; e certo fu il loro intreccio in quella magica congiuntura di tempo e di luogo a consentire che una posizione così profondamente rivoluzionaria come quella di Basaglia nel campo dell‟organizzazione psichiatrica, ma anche della psichiatria, riuscisse ad imporsi. Come forse è da attendersi, mi pare di cogliere in John maggiore sensibilità per la dimensione temporale in cui la vicenda si colloca, e quindi per il
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