Page 49 - Il vaso di Pandora XXII n.2 2014
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ame con altri legami, in primo luogo. Più legami dunque, 53
compresenti e armonizzati tra loro, e non la tendenziale prevalenza di
uno solo (col paziente, col suo mondo interno, col mondo interno
dell’analista e con le sue funzioni, con la realtà esterna, con la
psicoanalisi, ecc.). Collegata a questo, la pluralità, piuttosto che una
costrittiva univocità, dell’elemento ispirativo dell’analista, intendo dire
la disponibilità a non assolutizzare un’angolatura, a non contrapporre
una verità parziale a un’altra verità parziale: un analista può privilegiare
ad esempio il dialogo, un altro la struttura, ma è diverso se mantiene
una sensibilità aperta o si pone come attivamente ostruttivo rispetto
alla possibilità alternativa; la rigidità si qualifica qui come carenza di
profondità prospettica. Mi sembra che un’ulteriore componente sia
l’unione della passione con l’attitudine a lavorare in modo piano (non
piatto!): deflazionare l’enfasi, qualunque tipo di enfasi (clinicistica,
teoricistica, personalistica), penso che contribuisca a rischiarare il
terreno analitico e aiuti a viverlo – e quindi a percorrerlo – con
un’affettività contemporaneamente più lucida e operosa.
Genitorialità /fraternità
Maschile /femminile
Attivo /passivo
Asimmetria /simmetria
Guida /accomunamento relazionale
Adulto /bambino
Insegnare /imparare
C’è una condizione di apertura che potenzialmente si schiude quando
l’analista prova un senso di forza tranquilla e un pieno coinvolgimento
nel flusso della vita, sentendosi in rapporto con se stesso – senza
schermare i suoi aspetti più fragili – e in rapporto col paziente, una
persona che, come lui ma diversamente da lui, ha aspetti fragili e meno
compresenti e armonizzati tra loro, e non la tendenziale prevalenza di
uno solo (col paziente, col suo mondo interno, col mondo interno
dell’analista e con le sue funzioni, con la realtà esterna, con la
psicoanalisi, ecc.). Collegata a questo, la pluralità, piuttosto che una
costrittiva univocità, dell’elemento ispirativo dell’analista, intendo dire
la disponibilità a non assolutizzare un’angolatura, a non contrapporre
una verità parziale a un’altra verità parziale: un analista può privilegiare
ad esempio il dialogo, un altro la struttura, ma è diverso se mantiene
una sensibilità aperta o si pone come attivamente ostruttivo rispetto
alla possibilità alternativa; la rigidità si qualifica qui come carenza di
profondità prospettica. Mi sembra che un’ulteriore componente sia
l’unione della passione con l’attitudine a lavorare in modo piano (non
piatto!): deflazionare l’enfasi, qualunque tipo di enfasi (clinicistica,
teoricistica, personalistica), penso che contribuisca a rischiarare il
terreno analitico e aiuti a viverlo – e quindi a percorrerlo – con
un’affettività contemporaneamente più lucida e operosa.
Genitorialità /fraternità
Maschile /femminile
Attivo /passivo
Asimmetria /simmetria
Guida /accomunamento relazionale
Adulto /bambino
Insegnare /imparare
C’è una condizione di apertura che potenzialmente si schiude quando
l’analista prova un senso di forza tranquilla e un pieno coinvolgimento
nel flusso della vita, sentendosi in rapporto con se stesso – senza
schermare i suoi aspetti più fragili – e in rapporto col paziente, una
persona che, come lui ma diversamente da lui, ha aspetti fragili e meno