Page 37 - Il vaso di Pandora XXII n.2 2014
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ennello. Questo non è però un problema, perché una volta fatta
propria l’idea di fondo, ognuno di noi potrà poi crearsi la propria
tecnica o adottare quella proposta dal paziente: miglior collaboratore
(Bion, 1985). Insomma, i “giochi della reciprocità” ampliano l’uso
dell’originale tecnica winnicottiana, sono potenzialmente infiniti se
entrambi i soggetti coinvolti sono disponibili (con autentico piacere) al
gioco condiviso, nel quale trova spazio anche l’“essere soli in presenza
dell’altro” (Winnicott, 1957), e al profondo coinvolgimento in esso. È
l’uso della creatività soggettiva che facilita o addirittura rende possibile
la comunicazione.
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propria l’idea di fondo, ognuno di noi potrà poi crearsi la propria
tecnica o adottare quella proposta dal paziente: miglior collaboratore
(Bion, 1985). Insomma, i “giochi della reciprocità” ampliano l’uso
dell’originale tecnica winnicottiana, sono potenzialmente infiniti se
entrambi i soggetti coinvolti sono disponibili (con autentico piacere) al
gioco condiviso, nel quale trova spazio anche l’“essere soli in presenza
dell’altro” (Winnicott, 1957), e al profondo coinvolgimento in esso. È
l’uso della creatività soggettiva che facilita o addirittura rende possibile
la comunicazione.
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