Page 23 - Il vaso di Pandora XXII n.2 2014
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ene, solo allora io interpreto i singoli fenomeni e li connetto 25
all’inconscio e alla situazione analitica» (p. 171).

Giacché nessuno si è preoccupato di ribadire ciò che è assodato e
senza rischi di infrazione, è plausibile che queste sottolineature e
accortezze, certamente condivisibili, esprimano anche la tentazione,
forse proprio più con i bambini che con gli adulti, e più di fronte a
disegni che nel corso di una psicoterapia, di lasciarsi andare a
interpretazioni inopportune. I disegni offrono lo spunto per accogliere
sia le nostre proiezioni sia le nostre fantasie; non di rado essi possono
incastonarsi (quasi) perfettamente con le nostre teorie regalandoci la
(narcisistica) sensazione di avere capito o di essere bravi, specie se chi
abbiamo di fronte è accondiscendente o meno convincente
nell’argomentare il proprio dissenso.
Anche il fatto che si sottolinei la validità dell’atteggiamento per cui le
interpretazioni possono essere ritirate, indirettamente offre conferma
all’evenienza (non troppo rara?) di interpretazioni fuori luogo. Ma sono
proprio tutte inopportune? Pur non avendo alcuna intenzione di
proporre e avvallare atteggiamenti più interventisti o interpretativi, e al
contrario condividendo pienamente la validità di un atteggiamento in-
formato dalla capacità negativa, pare che in alcuni casi ci sia
un’efficacia non tanto nel contenuto dell’ipotesi interpretativa, quanto
nella sua esistenza, nella modalità proposta. Comunicare ad esempio
che si è colpiti da una certa sequenza di disegni o da alcuni particolari e
che questo porta il terapeuta a collegare alcuni pensieri, a ipotizzare il
senso di ciò nella storia del paziente, al di là del fatto che il paziente sia
in grado di condividere l’interpretazione, comunica o sottolinea al
paziente (bambino o adolescente) il senso dello squiggle game. In altri
termini è come richiamare l’attenzione sul fatto che il fine dell’incontro
non è una relazione chiusa in sé, non è solo un modo piacevole e
giocoso di conoscersi, ma è un modo per cercare di comprendere il
funzionamento mentale di un soggetto in qualche misura sofferente,
dal momento che quanto è dentro di noi trova espressione nella
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