Page 22 - Il vaso di Pandora XXII n.2 2014
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Se è vero che un’interpretazione corretta e opportuna, data nel
momento giusto, fa sentire al paziente di essere sostenuto fisicamente
(Winnicott, 1988, p. 67), è altrettanto vero che essa può essere sbagliata
(nel contenuto, nella forma, nel timing), e che a essa il paziente può
reagire negativamente o può non reagire affatto, può rifiutarla o può
accettarla passivamente adattandovisi. Così, è indispensabile che il
clinico possa sia ritirare la propria interpretazione che cambiare idea su
di essa: è la capacità di disilludersi del terapeuta (Milner, 1952; Stefana,
2011). I momenti più significativi non sono quelli nei quali arriva la
nostra “brillante interpretazione”, bensì quelli in cui “il bambino sorprende
se stesso” (Winnicott, 1971b, p. 89).
Inoltre, non tutto è interpretabile. Winnicott riteneva che “Spesso il
risultato di uno scarabocchio è di per sé soddisfacente. Allora è come
un ‘oggetto casuale’, come una pietra o un pezzo di un vecchio tronco
che uno scultore può trovare e utilizzare come espressione artistica
senza che ciò richieda altro lavoro. Questo attrae i bambino pigri e
getta luce sul significato della pigrizia. Qualunque lavoro aggiuntivo
24 sciupa ciò che comincia come oggetto idealizzato” (1968, p. 327).
Possiamo osservare come questa cautela rispetto alle interpretazioni
abbia, nella psicoanalisi infantile, una lunga tradizione. Infatti, già
Melanie Klein nel 1927 metteva in guardia rispetto alle interpretazioni
selvagge, chiarendo quali condizioni debbano essere soddisfatte prima
di proporre un’interpretazione:

«Orbene, io non mi sono mai azzardata a fare interpretazioni
simboliche così “selvagge” del gioco infantile. (…) Solo se il bambino
manifesta ripetutamente in vari modi – per lo più in realtà servendosi
di mezzi vari, per esempio giocattoli, acqua, o ritagliando, disegnando
ecc. – lo stesso materiale psichico; se rilevo, inoltre, che queste attività
sono di norma accompagnate da senso di colpa che si palesa come
angoscia o in rappresentazioni nelle quali è insita della
sovracompensazione, e cioè in formazioni reattive; se pervengo a
rendermi conto che nel complesso di tutto ciò esistono nessi precisi,
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