Page 16 - Il vaso di Pandora XXII n.2 2014
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abbiamo detto, influenzato dell’idee della Klein, tanto che alcuni
colleghi lo accusarono di essere più kleiniano che junghiano).
È un po’ come se i contributi più salienti che condussero allo squiggle
game fossero quasi ricapitolati nella storia di Marion Milner. Sono
proprio i suoi disegni liberi a rappresentare l’anello di congiunzione tra
Die Traumdeutung di Freud e lo squiggle game di Winnicott. Il
riconoscimento di tale debito nei confronti di Milner non fu mai dato
da Winnicott che però, proprio recensendo Non poter dipingere, riporta
un insegnamento tratto dalla lettura del testo: «ogni studente deve
creare ciò che gli viene insegnato e giungere così a ogni stadio
dell’apprendimento nel suo modo personale. Anche se dimentica
temporaneamente di riconoscere i propri debiti, la cosa gli si può
perdonare facilmente, perché invece di pagar debiti egli riscopre le
cose, con franchezza e originalità e anche con piacere, e sia lo studente
che l’argomento crescono attraverso l’esperienza» (Winnicott, 1951, p.
416).

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La tecnica

Il fatto che la “consultazione psicoterapica” (Winnicott, 1965),
colloquio diagnostico da distinguersi dalla psicoterapia e dalla
psicoanalisi, ma che necessariamente deve essere anche terapeutico,
fosse costituita in molti casi da un singolo incontro, spinse Winnicott a
mettere a punto una tecnica che consentisse di arrivare a dialogare con
il paziente su temi profondamente inconsci, in modo da ricavare il
massimo dal primo colloquio (o dai primi colloqui). Tale tecnica,
definita “gioco dello scarabocchio”, è un metodo per entrare in
relazione con i bambini che vengono condotti per una consultazione, e
nello stesso tempo è uno strumento di valutazione della stessa capacità
del bambino di utilizzare la situazione che gli viene offerta (in tal senso
ogni consultazione rappresenta una prova di terapia).
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