Page 15 - Il vaso di Pandora XXII n.2 2014
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odo libero venne utilizzato da questa analista anche nella 17
psicoanalisi dei bambini, infatti ella incoraggiava a utilizzare questo tipo
di disegni come mezzo di espressione e comunicazione di quei
sentimenti disturbati per i quali i pazienti non avevano parole (Milner,
1969; Giannakoulas, 1992).
C’è un altro contributo che va citato in questa breve ricostruzione
storica delle origini del gioco dello scarabocchio, quello di Michael
Fordham di Londra. Si tratta di uno psicologo analista, amico di Jung,
che negli anni 1940, influenzato dalle ipotesi della Klein sulle fantasie
primarie inconsce, formulò una concezione originale dei processi di
maturazione dell’Io a partire dalla matrice archetipica del Sé originario.
Fordham è l’autore che in ambito junghiano ha dato i maggiori
contributi alla tecnica del disegno nell’analisi dei bambini. Nel 1944
uscì il suo libro La vita dell’infanzia, nel quale partendo dalle idee di Jung
e dalla propria esperienza clinica sosteneva che sogni e disegni sono
mezzi di comunicazione e riflessi del mondo interno del bambino,
motivo per cui forniscono al clinico informazioni sulla psicopatologia
del bambino e sul suo ambiente primario. Talvolta Fordham richiedeva
al paziente bambino d’illustrare gli eventuali sogni che portava in
seduta, utilizzando la loro raffigurazione su carta come avvio del lavoro
terapeutico.
A questo punto è interessante segnalare che verso la fine degli anni
1920 la Milner fece l’esperienza di un’analisi junghiana (sembra con
Gail Pailthorne1 [Di Benedetto, 2003]), ebbe la Klein come
supervisore, e visse con Winnicott un rapporto assai stretto e
multiforme (egli fu, oltre che suo amico, suo supervisore ed analista).
Circa Winnicott segnaliamo che anch’egli ebbe la Klein come
supervisore, e che fu amico di Fordham (anche quest’ultimo, come

1 Non siamo riusciti a reperire informazioni significative sulla formazione e sul modo di lavorare
di questo Psicologo Analista. Va comunque detto che in quel periodo fra gli junghiani era più
diffuso di quanto non lo sia oggi il metodo dell’immaginazione attiva e del disegno di fantasie e di
sogni, la cui analisi in serie era raccomandata già allora da Jung come utile testimonianza dello
svolgimento del processo d’individuazione.
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