Page 81 - Il vaso di Pandora XXII n.2 2014
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Tuttavia, le persone che sopravvivevano dovevano fare i conti
con il trauma che bussava ripetutamente alla porta, un trauma che
si faceva sentire tanto a livello individuale (depressione, angoscia e
impotenza, ritiro affettivo e sociale, compromissione dell’agency2,
mancata elaborazione del lutto) quanto a livello gruppale
(frammentazione dei legami sociali, trasformazione dell’identità
gruppale, sgretolamento del senso di appartenenza) (Varvin &
Volkan, 2003). Questi aspetti avevano a loro volta un importante
impatto sulla dimensione collettiva interiorizzata dal singolo (Kaes,
Bleger, Enriquez, Fornari, Fustier, & Roussillon, 1988), principale
responsabile del senso comune e della possibilità di riconoscere la
comunità di appartenenza come un vero e proprio patrimonio
condiviso.
In questo senso, il clima emozionale che i terapeuti promuovono con
i loro interventi durante gli incontri di un gruppo terapeutico
multifamiliare permette un progressivo sviluppo delle capacità
personali dei partecipanti e fa sì che la creatività di ciascuno possa
86 arrivare a stimolarsi reciprocamente all’interno di quella che diviene
una sorta di microsocietà curativa (Borgogno F.V., 2009, 2011, 2012;
Garcìa Badaracco, 2000). Questo produce una modalità di
funzionamento gruppale visualizzabile come una “mente ampliata”
(Garcìa Badaracco, 1990), in cui ciascuno arricchisce l’insieme
apportando il proprio punto di vista: ogni contributo individuale
stimola, infatti, le potenzialità del gruppo nel generare associazioni
attraverso un continuo gioco di identificazioni, favorito dal fatto che i
partecipanti non coinvolti direttamente in una situazione riguardante
altre persone o famiglie del gruppo possono pensare con più chiarezza.
Nel processo mentale promosso dal vedersi rispecchiati negli altri si
acquista inoltre maggior coraggio per potersi esprimere
spontaneamente davanti ad altre persone che appaiono come presenze
in grado di contenere e di favorire lo sviluppo di risorse egoiche

2 Per la nozione di agency si rimanda il lettore a Franco Borgogno (2011).
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