Page 11 - Il Vaso di Pandora XXI n.2 2013
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un’esperienza di cura dialogico-interpersonale può modificare un
funzionamento neurobiochimico alterato.
L’aumento dell’interesse per gli studi, gli interventi sulla gravidanza e il
puerperio a rischio di disturbo depressivo, s’iscrive in questa moderna
visione “umanistica” del disturbo psichiatrico e della sua cura (la più
precoce possibile!).
Peraltro – ricorda Gabbard – nelle depressioni minori le terapie
farmacologiche possono essere meno efficaci, mentre anche questi
disturbi tendono ad essere ricorrenti e/o cronici e producono non
poca sofferenza e “danni sociali”.
D’altra parte la co-presenza di un disturbo di personalità tende a
peggiorare l’esito del trattamento, anche per una ridotta compliance
rispetto alla cura farmacologica.
Credo sia utile qui ricordare almeno Tellenbach (1974) che individua il
Typus Melancholicus, il cui tratto fondamentale è:
- un ancoramento all’ordine;
- un’alta esigenza nel lavoro, in temi di qualità e quantità;
14 - muoversi entro limiti umani sicuri e programmati come lontani
dall’errore.
Per Kraus (1991) si tratta di un comportamento ipernomico privo di
libertà.
Gabbard cerca quindi di mettere a fuoco gli aspetti di un disturbo
depressivo – ma qui sarebbe meglio parlare di personalità depressiva –
aspetti che vanno affrontati in una terapia dialogica, anche per
permettere al farmaco di fare, con minore difficoltà, il proprio dovere:
- cronici sentimenti di colpa;
- autostima costantemente bassa;
- tendenza ad autopunirsi o comunque inconsciamente, a negarsi
momenti di felicità o almeno liberi dal soffrire;
- tendenza all’ipercriticità in relazione a tratti narcisistici patologici
marcati;
- sentimento di disperazione costante “perché le cose non
cambieranno”. Ricordo Istruzioni per rendersi infelici di Paul








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