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Modelli teorici e prassi operativa nelle strutture intermedie psico-socio-terapeutiche

Modelli teorici e prassi operativa nelle strutture intermedie psico-socio-terapeutiche

Quaderni Reverie

1995 FENASCOP
COD: R005
€ 7,75



Introduzione del Dr. Giovanni Giusto (Presidente Nazionale FENASCOP)

Al fine di preparare il convegno nazionale Fenascop, aperto ai contributi di studiosi e ricercatori a livello internazionale è stata organizzata una serie di incontri locali.
Il primo incontro è stato a Varazze, il secondo a Milano e adesso ci trovia­mo a Roma; cosa questa che sta a testimoniare la vivacità della Fenascop a livello culturale e scientifico. Devo dire che ho potuto con piacere verificare come questi incontri siano migliorati dal punto di vista organizzativo; io sono stato il primo ad organizzare l’incontro a Varazze ed adesso siamo arri­vati a Roma dove l’aspetto organizzativo è molto ben curato, della qualcosa io mi complimento con i componenti della Reverie.

Io ritengo che questi incontri abbiano una loro fondamentale importanza laddove la comunicazione sull’operatività di strutture comunitarie come le nostre deve arrivare ad essere patrimonio di tutti e non solo geloso patrimo­nio di coloro che con tanta fatica le hanno create; il progetto “obiettivo salute mentale” prevede che vengano regolamentate le cosiddette strutture inter­medie che, nate in seguito alla legge 180 di riforma psichiatrica che prevedeva la chiusura dell’ospedale psichiatrico, ha reso indispensabile una nuova organizzazione del lavoro in psichiatria.
Le strutture intermedie si sono sviluppate in maniera eterogenea sul territorio nazionale: quando ci siamo trovati nella necessità di incontrarci, contarci ed anche affrontarci, abbiamo notato come, in definitiva, questo svilup­po di forme fosse determinato da varie opportunità: opportunità politiche, di legislazione, di sensibilità politica nella necessità di portare avanti una idea di assistenza psichiatrica in sintonia con quelle che sono le direttrici della legge 180. Direi che la Fenascop rappresenti soprattutto le strutture del privato e del privato sociale, anche se al suo interno ha aderenti che fanno parte del Servizio Pubblico. Io stesso ho lavorato, prima di costituire una Comunità Terapeutica, nel Servizio Pubblico. Devo dire che forse, il Servizio Pubblico ha avuto più difficoltà ad organizzarsi di quanto non le abbia avute Il servi/io privato proprio perché, a mio avviso, e questo è opinabile, l’idea di Comunità nasce da qualche cosa che è privato inteso come scelta motivazionale forte.


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