L’appartamento di Via Pia, a Savona in pieno centro storico, ospita pazienti affetti da disturbi psichiatrici che hanno raggiunto, dopo percorsi più strutturati, un’autonomia tale da vivere la quotidianità in maniera più personalizzata.

Il presidio di Via Pia è una struttura residenziale psichiatrica ad alta intensità riabilitativa e a bassa intensità assistenziale (SRP 1.3), convenzionata con la ASL 2 savonese.

La centralità dell’appartamento consente agli ospiti di accedere quotidianamente alle attività proposte dalla rete sociale cittadina (esercizi commerciali, biblioteche, attività ricreative e socio-culturali).

Il servizio si rivolge a pazienti adulti con diagnosi psichiatrica che non necessitano di assistenza continuativa e per i quali si ritiene necessario un intervento terapeutico-riabilitativo, basato su strategie finalizzate al raggiungimento di una maggiore autonomia e di una migliore qualità di vita.

Tali finalità sono raggiungibili anche attraverso la creazione ed il mantenimento di salda alleanza terapeutica con le figure professionali dell’équipe curante. In particolare, gli operatori del presidio descritto, sono presenti durante fasce orarie diurne, con reperibilità sulle 24 ore.

TIPOLOGIA

Comunità alloggio di utenza psichiatrica

GLI OBIETTIVI

L’obiettivo è quello di rendere gradualmente i pazienti capaci di vivere in condizioni di autonomia presso strutture con un minor grado di intensità assistenziale oppure presso una loro abitazione o con le proprie famiglie di origine, là dove ciò sia possibile e venga ritenuta una soluzione adeguata.

Quanto sopra descritto si basa sul raggiungimento di una gestione adeguata ed autonoma dei propri impulsi aggressivi auto ed etero diretti, qualora presenti, e del proprio mondo interno, aspetti spesso difficilmente tollerabili da individui affetti da patologia psichiatrica.

Il percorso terapeutico riabilitativo ha come ulteriore obiettivo quello di rendere l’ospite maggiormente consapevole e critico rispetto alla propria patologia. Ciò si rende possibile attraverso l’intervento psicoeducativo delle figure professionali che operano all’interno della struttura.

L’immediato collegamento del presidio con il contesto urbano ed il raggiungimento degli obiettivi appena descritti, permettono la creazione ed il consolidamento di una rete sociale interna ed esterna alla struttura. Ove possibile il reinserimento sociale può delinearsi anche attraverso il reinserimento lavorativo del soggetto.

L’integrazione con il tessuto sociale può consentire inoltre al paziente di essere nuovamente in grado di ristabilire, laddove possibile, relazioni familiari interrotte precedentemente.

La finalità globale è quindi quella di consentire ai pazienti una sempre maggiore autonomia ed un progressivo minor bisogno dell’operatore che, comunque, potrà essere contattato in qualsiasi momento qualora dovessero presentarsi problemi di vario genere. In sostanza, qui gli operatori hanno una funzione di supporto e di confronto: la loro presenza è circoscritta a una verifica dell’andamento quotidiano e dello stato psicopatologico.

FINALITÀ TERAPEUTICHE

  • Sviluppo e mantenimento di risorse personali sfruttabili nella vita quotidiana
  • Controllo, modulazione e gestione della vita emotiva e degli impulsi
  • Sviluppo di autoconsapevolezza rispetto alla propria patologia
  • Sviluppo e mantenimento di competenze relazionali ed eventuale reinserimento lavorativo
  • Creazione e mantenimento di un rapporto di rete con le famiglie degli ospiti

LE ATTIVITÀ

La vita dell’appartamento, parte della quale viene condivisa con l’operatore presente, segue attività routinarie proprie della vita domestica; l’ospite si prende infatti cura della propria stanza, degli spazi comuni e del proprio del sé.

Ogni domenica pomeriggio gli ospiti, in presenza dell’operatore, organizzano le attività della settimana seguente. Ogni due settimane si svolge inoltre un’assemblea maggiormente strutturata, in presenza di un operatore, del Direttore sanitario e della Direttrice di struttura.
Grazie alla presenza di terapisti specializzati, è possibile svolgere attività psicoanalisi multifamiliare.

Le attività svolte, maggiormente strutturate, sono le seguenti:

 

 

 

LA STRUTTURA

La struttura è composta da due appartamenti collocati sullo stesso piano di un palazzo storico, ognuno con il proprio ingresso in modo da poter suddividere pazienti con caratteristiche, esigenze e livelli di funzionamento diversi. Le due unità abitative possono ospitare al massimo undici persone. Un appartamento è dotato di una cucina/soggiorno; due camere, di cui una a quattro letti e l’altra a tre letti; tre bagni, di cui uno adibito a lavanderia. L’altro appartamento è invece composto da una cucina/soggiorno; una camera a quattro posti letto ed un bagno.  Le camere si caratterizzano per gli ampi spazi e la ricercatezza di alcuni particolari architettonici come gli affreschi dipinti sul soffitto e le volte a vista.
La struttura non è quindi istituzionalmente connotata, ma fornisce un ambiente in grado di riproporre la naturalità della famiglia, seppure allargata, nella forma di una struttura aperta in cui gli ospiti sono coinvolti, ed in un certo senso immersi, nella vita quotidiana di una casa normale. Le caratteristiche della struttura appaiono quindi congrue con il principio di flessibilità e modularità che ispira il programma, potendosi ben adattare alle esigenze di un’utenza che necessita di una soluzione abitativa. Il tutto volto a configurarsi come “base sicura” per l’avvio di progetti di inserimento lavorativo e di reinserimento sociale, con caratteri quindi di temporaneità, essendo l’obiettivo finale quello dell’acquisizione di una completa autonomia abitativa.

 

Elenco spazi comuni

 

SPAZI COMUNI

Due soggiorni
Cucina

 

MODALITÀ DI ACCESSO

La segnalazione e l’invio del paziente avvengono principalmente tramite il Servizio Sanitario. La richiesta può provenire dal paziente stesso o dai suoi familiari ma in ogni caso deve essere mediata da un invio formale dall’Asl di competenza territoriale. L’équipe richiede al Servizio inviante una relazione clinica il più possibile dettagliata sulla base della quale si valuta inizialmente l’appropriatezza del possibile inserimento. Viene poi chiesto un incontro con lo psichiatra curante del Centro di Salute Mentale, quando possibile, o con gli operatori più coinvolti nella gestione del caso. Quando possibile si organizza anche un incontro di conoscenza con il paziente ed una sua visita presso la struttura. In questa fase si verificano e organizzano i bisogni del caso.

Organizzata la visita di conoscenza e raggiunto il consenso di rete per l’invio del paziente il caso viene inserito nella lista d’attesa. La persona responsabile degli inserimenti procede quindi ad un’analisi delle varie richieste inserite nella lista per valutare i casi che, secondo l’ “ambiente” e gli ospiti presenti in quel momento presso la Comunità, possono trovare accoglimento e quindi avviare per gli stessi la procedura di inserimento del paziente presso la struttura. Una volta valutato positivamente l’inserimento si richiederà la documentazione relativa alla delibera esecutiva e l’impegnativa di pagamento dell’Asl di competenza, i documenti personali (carta d’identità e codice fiscale) e la documentazione sanitaria (libretto sanitario con la revoca del precedente medico di base, attestato di esenzione ticket, calendario vaccinazioni praticate, esami di sangue eseguiti negli ultimi 3 mesi, prenotazioni per controlli da eseguirsi nel tempo, terapia farmacologica in atto).

Dal momento dell’inserimento, segnalato a tutte le agenzie che si occupano del caso, si concorda un periodo di prova di circa un mese al termine del quale si effettua una valutazione congiunta circa l’idoneità dell’inserimento ed il previsto progetto terapeutico individuale. Per ogni ospite viene redatta un’apposita cartella clinica a cura degli operatori e dei curanti della struttura. Qualora esistano i presupposti per una dimissione, quest’ultima viene concordata con tutte le figure che si occupano dell’ospite, esattamente come avviene per l’ingresso.

GLI ASSISTITI

Gli ospiti accolti nel presidio di Via Pia sono adulti affetti da disturbi psichiatrici in fase non acuta, con diagnosi di psicosi, disturbi di personalità e disturbi dell’umore.

Il trattamento degli assistiti si esplica attraverso un intervento individualizzato complesso e condiviso. A tal proposito il progetto è elaborato sul singolo paziente tenendo conto della sua storia personale e clinica.

Max 11

L’EQUIPE

Responsabile CAUP
Dott.ssa Milena Meistro milena.meistro@redancia.net

Responsabile sanitario
Dott. Dario Nicora

Coordinatrice
Dott.ssa Manuela Ferraro, Dott.ssa Claudia Porazzo

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